Franco Interlenghi, romano, nato nel 1931, ha da sempre recitato nelle piazze e nelle strade della capitale. Dall’esordio, a soli 14 anni con Sciuscià di De Sica (uscito nel 1946), fino a Romanzo criminale (2005) di Placido. La sua storia è legata al litorale romano: “Ostia negli anni cinquanta – ricorda – era proprio come la descrive Luciano Emmer in Una domenica d’agosto (1950) di cui sono protagonista. Il film è quasi un documentario di quell’epoca. Tutti erano attori sconosciuti, gente del popolo, come quelli che davvero andavano a Ostia la domenica, famiglie intere sui camioncini o in bicicletta o con il trenino portandosi appresso gli spaghetti, la frittata e la fettina panata. Erano tutti veri.”
“Nel film, siamo partiti da Roma appunto una domenica d’agosto, e abbiamo preso il trenino, quello che parte da Piazzale Ostiense. Sempre pieno di gente, dovevi fare a botte per il posto. Poi arrivavi a Ostia ed anche lì negli stabilimenti del Lido era sempre pieno di gente.”
“Per come ricordo io, alla fine Ostia non è cambiata più di tanto. Forse adesso ci sono meno spiagge libere di prima. C’era la pineta, dove andavano i ricchi. Nel film andavo in pineta, appunto, per far finta di essere ricco e trovare così una ragazza con i soldi. Ma poi la ragazza faceva anche lei finta di avere i soldi. E invece eravamo tutti e due poveri, poverissimi e dello stesso quartiere di Roma”.
“Una cosa che non esiste più è la Roma d’agosto di quegli anni. Nel film si vede il vigile, che è Mastroianni, e non c’è nessuno per strada. Roma è proprio vuota. Oggi Roma è piena di gente e auto anche d’agosto! Negli anni 50 era così, arrivava agosto e tutti via.”
“I primi due film girati a Roma nel dopoguerra sono stati Roma città aperta (1945) e Sciuscià (1946), due capolavori assoluti. Erano tempi difficili. Ricordo quando stavamo girando Sciuscià a Via Veneto. Era l’ottobre del ’45. Soltanto tre mesi dopo che la guerra finiva in Germania. C’era ancora la MP, la Military Police americana, faceva la ronda in giro per Roma. E una volta ci hanno persino arrestato mentre giravamo Sciuscià. Stavamo realizzando alcune scene a Via Veneto e ad un certo punto si sono avvicinati questi marines della MP. Avevamo le macchine da presa e tutto quanto e ci cacciarono. De Sica gli diceva: ‘Stiamo girando un film’. Ma loro non ci credettero, non si poteva girare. Ci arrestarono e portarono in questura. Dopo un po’, quando tutto si chiarì, ci lasciarono andare. La scena dell’arresto è rimasta nel film, quello che si vede è un arresto reale. E siccome non si poteva girare più a Via Veneto, il resto del film l’abbiamo fatto negli studios della Scalera Film, a Piazza Zama, dove hanno ricostruito un pezzo di Via Veneto.”