“Un buon agente è colui che permette all’attore di esprimere le proprie capacità ma soprattutto le proprie ambizioni”. Per Harrison Ford è questo il segreto dell’agente cinematografico, del manager; per Ford è questo che per più di trent’anni ha rappresentato Patricia McQueeney, celebre agente d’attori scomparsa lo scorso anno e oggi celebrata dalla Festa del Cinema con un premio a suo nome. Primo vincitore del premio, assegnato proprio ad agenti o manager, è Jim Berkus, presidente della UTA, United Talent Agency. La scelta è avvenuta in seguito alla decisione del Comitato d’Onore dell’iniziativa formato, tra gli altri, dallo stesso Harrison Ford, dalla produttrice Sheryl Lansing e dal direttore generale della Festa Giorgio Gosetti.
All’incontro con la stampa tenutosi in Sala Petrassi con la mediazione di Teresa Cavina, una delle direttrici della Festa, ha partecipato, oltre all’attore americano, anche il vincitore del Patricia McQueeney Agent Award Jim Berkus che dopo aver ricevuto ufficialmente il premio, alle 19,30 in Sala Sinopoli, si unirà alla cena benefica organizzata da Vanity Fair questa sera al ninfeo di Villa Giulia. Ospite d’onore della serata benefica, i cui ricavati andranno alle associazioni Ride On e Auriga, sarà appunto Harrison Ford.
“Ogni attore ha un rapporto unico con il suo manager – ha affermato Ford durante la conferenza– Io e Pat avevamo un rapporto così stretto che ci lasciava liberi di esprimere qualsiasi opinione. Un rapporto di scambio costante. Pat era una donna precisa, rigorosa, onesta. Il nostro dialogo lavorativo e personale si basava sullo scambio di consigli. Avevo trent’anni quando conobbi Pat, arrivavo in California e volevo ottenere un contratto da 150 dollari al giorno con la Columbia Pictures. In questo mi aiutò Pat, anche lei agli inizi, ma con molta più classe di noi. Quello che spesso manca all’attore, anche dopo tanti anni di esperienza, è proprio la capacità di fare della propria arte un business, ma anche di relazionarsi con le case di produzione e con tutte le persone che lavorano nel cinema”.
“È un rappresentante e un mediatore – ha aggiunto il premiato Berkus – L’agente non è solo colui che cerca contratti, come per molti anni il cinema ha cercato di fra credere, deve far scoprire l’artista e rappresentarlo internazionalmente. Per questo nel 1991 sono stato uno dei soci fondatori della UTA, per permettere agli artisti di far emergere la loro voce”.
Sulla Festa del Cinema Ford si è espresso molto positivamente: “Sono felicissimo di essere qui a Roma e auguro ogni bene a questo evento che sta nascendo. L’Auditorium è un luogo meraviglioso per accogliere una manifestazione di questo genere e ringrazio l’organizzazione per essere qui a consegnare a questo premio. Il comitato d’assegnazione del premio si è molto ingrandito in questi ultimi anni anche grazie all’appoggio di numerosi sostenitori”.
Sui prossimi impegni lavorativi Ford ha le idee chiare: “Tornerò presto a vestire i panni di Indiana Jones, il quarto episodio della saga. Stiamo lavorando ancora alla sceneggiatura, nella quale abbiamo tenuto naturalmente conto del tempo. Quello che è passato soprattutto per me. Sono felice di tornare a lavorare con Steven Spielberg e George Lucas. Il teatro? Sono passati quarant’anni dall’ultima volta che ho calcato un palco. Oggi non lo rifarei. Quello si che è un vero lavoro, devi svegliarti tutti i giorni alla stessa ora, andare nello stesso luogo, lavorare con le stesse persone. Se ho mai pensato di lavorare come regista? Assolutamente no. È un mestiere troppo difficile ed impegnativo”. “Continuo ad amare il cinema e il suo grande potere emozionale. Ogni volta che si sceglie di andare con degli sconosciuti a rinchiudersi in una sala buia per vivere tutti insieme un’esperienza analoga si verifica un piccolo miracolo. Il cinema italiano? Lo conosco poco. L’attrice più sexy del mondo? Calista Flockhart”. Sua moglie, naturalmente.