“È difficile parlare di cinema in giornate come queste”. Ha esordito con un pensiero per le persone coinvolte nell’incidente della Metropolitana di Roma, Monica Bellucci, alla presentazione del film Le Concile de pierre di Guillaume Nicloux. Un film che la vede in un ruolo insolito, sia per la drammaticità che per l’immagine che da di sé. Capelli corti, femminile ma per nulla sensuale o provocante. “Il regista mi voleva più francese e meno mediterranea” ha detto l’attrice. La Bellucci, infatti, interpreta una donna, Laura, che scopre di avere una grande forza ed è pronta a sacrificarsi per il proprio figlio. Dopo essere stata in preda di allucinazioni, Laura perde suo figlio, che viene rapito. Per ritrovarlo intraprende un viaggio ai limiti del mondo e del fantastico. La pellicola, basata sul romanzo omonimo di Jean-Christophe Grange, verrà presentata stasera in Sala Santa Cecilia alle 20.00 nella sezione Première.
“Presto il mio corpo al cinema, sia quando giro una scena di nudo che quando mi imbruttisco ed ho le occhiaie come in questo caso. Sarei monotona se apparissi sempre nella stessa maniera” ha spiegato la Bellucci, che ha aggiunto che essendo mamma, quando ha girato il film ha capito bene l’angoscia di perdere un figlio. “Siamo stati tre settimane in Mongolia a girare e mia figlia era ancora piccola, quindi sono stata in uno stato d’animo pessimo per la lontananza da lei. Forse questo mi ha aiutato ad affrontare l’interpretazione, ma stavo davvero male. Non sono riuscita nemmeno a godermi la Mongolia, un posto meraviglioso con paesaggi bellissimi e gente accogliente”.
Il regista Guillaume Nicloux ha spiegato di aver adattato il personaggio di Laura a misura dell’attrice italiana. “Ho preferito adattare il ruolo all’idea che mi ero fatto del personaggio dopo aver letto il libro, e mentre lavoravamo insieme lo abbiamo ancora trasformato dandogli questo aspetto androgino”. Entrambi, poi, hanno parlato del personaggio interpretato da Catherine Deneuve, Sibylle, la cui immagine secondo qualcuno non esce fuori benissimo. “La giovane età non è sinonimo di bellezza – ha ribattuto il regista – Ci sono donne che con le rughe acquistano fascino. A me attraeva il confronto tra due belle donne come lei e Monica”. “La Deneuve – ha concluso la Bellucci – dà vita ad un personaggio duro, che si lascia distruggere. Ma questo è il nostro mestiere, non vogliamo apparire sempre belle e perfette”.