L’Héritage di Gela e Temur Babluani. Il film è in concorso nella sezione Cinema2006. Presenti i due registi e l’attore George Babluani, fratello di Gela e figlio di Temur. The Legacy narra la vicenda di tre francesi ed il loro interprete in viaggio verso i monti della Georgia. Incontrano due uomini (nonno e nipote) che si stanno recando presso il villaggio nemico dove il vecchio sarà sacrificato affinché il conflitto esistente fra famiglie rivali cessi per sempre.
“Il film è stato scritto in un momento di disperazione, dopo la caduta del muro di Berlino, quando la Georgia ha voltato pagina. Anche se non c’era un rigido regime comunista la libertà era ancora un sentimento ignoto, per le persone era difficile riuscire a viverla”. Così ha esordito Gela. “Dovessimo rifare il film oggi sarebbe sicuramente molto diverso”. Il conflitto tra le due famiglie è simbolo di tanti conflitti odierni, come quello tra Israele e Palestina. “Purtroppo l’umanità ha sempre fatto passi in avanti, mai indietro”. “Il confronto tra culture diverse è qualcosa di delicato, non per cattiva volontà ma spesso per mancanza di cultura: quando si ha voglia di dire o fare qualcosa, gli esseri umani hanno sempre dei limiti” ha proseguito Temur. “La gente in Georgia accetta la modernità del mondo ma è sempre ancorata al proprio passato”.
Così come la cinematografia georgiana: “per molti anni abbiamo vissuto una forte crisi economico politica, oggi invece abbiamo leggi e sussidi che permettono al nostro cinema di risorgere. Abbiamo una ricca tradizione, quindi speriamo in una nuova generazione di cineasti”. Tra i quali sicuramente Gela: la sua opera prima 13 – Tzameti sarà oggetto di un remake americano prodotto da Brad Pitt e girato dallo stesso Babluani. “Ho ricevuto molte proposte dagli Usa e la tematica di 13 era un argomento sul quale volevo tornare. Andare a girare negli States è una scommessa, per me sarà tutta una scoperta. Comunque cambieremo luoghi, personaggi e struttura drammatica, quindi ci saranno molte novità”. Il fratello George ha invece sottolineato che per la sua interpretazione ha cercato di incarnare “un sentimento di morte che si avvicina. Poi essendo georgiano ho sentito questa storia in modo molto forte”.
“Il film è stato scritto in un momento di disperazione, dopo la caduta del muro di Berlino, quando la Georgia ha voltato pagina. Anche se non c’era un rigido regime comunista la libertà era ancora un sentimento ignoto, per le persone era difficile riuscire a viverla”. Così ha esordito Gela. “Dovessimo rifare il film oggi sarebbe sicuramente molto diverso”. Il conflitto tra le due famiglie è simbolo di tanti conflitti odierni, come quello tra Israele e Palestina. “Purtroppo l’umanità ha sempre fatto passi in avanti, mai indietro”. “Il confronto tra culture diverse è qualcosa di delicato, non per cattiva volontà ma spesso per mancanza di cultura: quando si ha voglia di dire o fare qualcosa, gli esseri umani hanno sempre dei limiti” ha proseguito Temur. “La gente in Georgia accetta la modernità del mondo ma è sempre ancorata al proprio passato”.
Così come la cinematografia georgiana: “per molti anni abbiamo vissuto una forte crisi economico politica, oggi invece abbiamo leggi e sussidi che permettono al nostro cinema di risorgere. Abbiamo una ricca tradizione, quindi speriamo in una nuova generazione di cineasti”. Tra i quali sicuramente Gela: la sua opera prima 13 – Tzameti sarà oggetto di un remake americano prodotto da Brad Pitt e girato dallo stesso Babluani. “Ho ricevuto molte proposte dagli Usa e la tematica di 13 era un argomento sul quale volevo tornare. Andare a girare negli States è una scommessa, per me sarà tutta una scoperta. Comunque cambieremo luoghi, personaggi e struttura drammatica, quindi ci saranno molte novità”. Il fratello George ha invece sottolineato che per la sua interpretazione ha cercato di incarnare “un sentimento di morte che si avvicina. Poi essendo georgiano ho sentito questa storia in modo molto forte”.