“La giuria popolare? Trovo che sia giusto che il pubblico esprima la sua opinione sul cinema, che è una forma d´arte pretttamente popolare. Roma? Varrebbe la pena tornarci anche solo per mangiare un insalata di funghi ovoli. L´ho provata ieri sera. Un´esperienza unica”. Un Richard Gere in forma, sempre molto affascinante, in completo grigio e occhiali si siede in Sala Santa Cecilia accompagnato da Antonio Monda. Partecipa alla Festa con il film The Hoax di Lasse Hallstrom nella sezione Premiére. L´attore ricorda che il film è a Roma in anteprima mondiale, uscirà negli Stati Uniti solo ad aprile, e che partecipare alla Festa lo rende felicissimo.
Dopo avere schivato un tentativo di effusioni indiscriminate da parte di Enrico Lucci, delle Iene, Gere saluta i giornalisti in italiano. Le prime due file sono occupate quasi solo da giornaliste donne che scattano foto al divo. Ai flash e alle domande sul suo sex appeal risponde divertito: “Ho 57 anni, fino a quando potrò continuare a essere un sex symbol?”. La conferenza continua come una piacevole chiacchierata, Gere parla di politica, di spiritualità, di viaggi e di storia. E naturalmente di The Hoax. Nel film interpreta il personaggio di Clifford Irving, giornalista che scrive una finta biografia sul misterioso personaggio di Howard Hughes. “Ho letto molte volte la sceneggiatura e dopo la proposta di Hallstrom ho accettato immediatamente. Il mio personaggio è un uomo che sa mentire, come tutti d´altronde. Lo facciamo per proteggersi. Mi ha affascinato vedere come da una piccola bugia, forse uno scherzo, sia nata una storia che coinvolge anche aspetti politici”.