ALICE NELLA CITTA’. “I sogni del signor Rossi” di Bruno Bozzetto in Salacinema IKEA dopo la premiazione scuole

ALICE NELLA CITTA’. “I sogni del signor Rossi” di Bruno Bozzetto in Salacinema IKEA dopo la premiazione scuole

“D’ora in poi, guardandomi allo specchio, mi darò del lei!”. È il 1991 quando Bruno Bozzetto, il più grande cartoonist italiano, commenta così la nomination all’Oscar del cortometraggio “Cavallette”, che segue l’Orso d’Oro vinto a Berlino l’anno precedente col corto “Mister Tao”.

Maestro d’ironia e understatement, Bruno Bozzetto comincia la sua attività registica a quindici anni, realizzando “Donald Duck Cartoon”, brevissimo esperimento in super8, cui seguono una mezza dozzina di cortometraggi dal vero, per firmare a soli vent’anni, nel 1958, “Tapum! La Storia delle Armi”, suo primo corto animato. Da allora Bozzetto produce regolarmente film e short pubblicitari, crea il Signor Rossi, personaggio-simbolo dell’italiano medio, protagonista di corti, serie televisive, lungometraggi e campagne pubblicitarie, antieroe di cui il Festival Internazionale del Film di Roma presenta “I sogni del Signor Rossi” del 1976, lungometraggio restaurato per l’occasione dalla Cineteca di Milano.

Bozzetto s’impone come l’anti-Disney per eccellenza già nel 1965, firmando il lungometraggio animato “West and Soda”, mega-produzione capace di evitare canoni formali ormai standardizzati. Il suo trionfo artistico è nel 1977, con “Allegro non troppo” (noto come il “Fantasia” italiano), mentre il marchio Bruno Bozzetto Film produce opere le più varie: dalle pillole animate di Quark a film dal vero come “Sotto il ristorante cinese”. Oggi Bozzetto continua la sua ricerca stilistica, realizza corti per internet (esilarante “Olympics”) e mantiene un ammirevole approccio ludico alla propria arte, con la soddisfazione di trovare numerosi omaggi al suo immaginario in opere di colleghi adoranti: il design di “Mucche alla riscossa”, o la stilista Edna negli “Incredibili”, dimostrano infatti come “West and Soda” e “Vip, mio fratello superuomo” (1968), siano stati ampiamente compulsati in Disney e Pixar.

OSCAR COSULICH

 

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