Martedì 18 ottobre alle ore 15 presso lo Studio 3 dell’Auditorium Parco della Musica, nell’ambito della Festa del Cinema di Roma, si terrà il convegno dal titolo “Condizioni critiche: amare il cinema e scrivere di film nell’era digitale”. La Festa del Cinema ha infatti deciso di aprire un cantiere di dialogo, informazione e confronto che vedrà la partecipazione di alcune tra le maggiori firme della critica internazionale (A.O. Scott, “The New York Times”; Justin Chang, “Los Angeles Times”; Julien Gester, “Libération”) e una polifonia di voci italiane che appartengono alla carta stampata, al web, alle riviste, all’università. L’evento, a cura di Alberto Crespi e Mario Sesti, cercherà innanzitutto di raccontare destino e ragioni di chi ha fatto dell’amore per il cinema un lavoro, proprio perché la funzione della critica ha subito mutazioni forse ancor più impegnative di quanto sia accaduto al cinema negli ultimi trent’anni.
Mai come oggi l’accesso ai film, soprattutto grazie a internet, è stato così vasto eppure, mai come oggi, complice la crisi della carta stampata, dare stabilità, significato e funzione all’attività di chi scrive sui film è apparsa una impresa così precaria e avventurosa. Il Web ha moltiplicato all’infinito l’esercizio, anche amatoriale, di chi esprime opinioni e idee sui film, eppure mai come oggi la possibilità di segnalare un film, di percorrerne insieme ad un lettore l’energia segreta o la sua capacità di emozionarci, sembrano così inadatti a competere con le strategie del marketing e della intensa mediatizzazione della nostra esistenza. Esiste ancora uno spazio da difendere, consolidare e anche innovare per chi ha per anni esercitato il mestiere di lavorare sulla scrittura per esplorare e approfondire e comprendere l’inesauribile esperienza di vedere un film, con se stesso e con i lettori? E la diffusione e l’egemonia del linguaggio audiovisivo nel mondo digitale ci porteranno verso un futuro in cui la recensione di un film sarà fatta con le immagini e i suoni – ovvero il critico cinematografico userà la stessa lingua del cinema così come il critico letterario usa la stessa dei romanzi?
Julien Gester è giornalista, critico cinematografico e co-direttore della sezione Cultura del quotidiano Libération. È stato direttore della sezione cultura dell’edizione francese di Grazia, iniziando con prime esperienze come programmatore e membro dello staff editoriale della rivista settimanale Les Inrockuptibles. Collabora attivamente con varie riviste, tra cui Trafic, Vanity Fair e Vogue. Ha inoltre composto ed eseguito colonne sonore di film.
Justin Chang è un critico cinematografico del Los Angeles Times e un collabora con i programmi radiofonici “Fresh Air Weekend” e “FilmWeek” della National Public Radio (NPR). Prima di entrare al Los Angeles Times, è stato capo critico cinematografico per il trade Variety. È autore del libro “FilmCraft: Editing” e presidente della National Society of Film Critics e segretario della Los Angeles Film Critics Association. Nel 2014 ha ricevuto il Roger Ebert Award dall’African-American Film Critics Association.
O. Scott è critico cinematografico per The New York Times dal 2000. E’ stato critico letterario del Sunday book reviewer per Newsday, nonché assiduo collaboratore, tra gli altri, di Slate e del The New York Review of Book. Ha inoltre lavorato nello staff editoriale di Lingua Franca e del New York Review of Books. Tra le sue pubblicazioni: “Better Living Through Criticism: How to Think About Art, Pleasure, Beauty, and Truth”, un lavoro sull’importanza della critica come disciplina e come attività tra le più nobili, creative e urgenti della vita moderna. Il libro sarà pubblicato in Italia l’anno prossimo dalla casa editrice Saggiatori.
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