Nel ricordo di Gillo Pontecorvo, scomparso il 12 ottobre, Costa-Gavras ha presentato il film in concorso Mon Colonel, del quale ha scritto la sceneggiatura. Erano anche presenti il regista, Laurent Herbiet, la produttrice e moglie di Costa, Michelle Ray-Gavras, il produttore e rappresentante della produzione algerina, Salem Brahimi, e gli attori Robinson Stevenin, Bruno Solo e Eric Caravaca. Perché associare Mon colonel, al capolavoro di Pontecorvo, La battaglia di Algeri, Leone d´Oro a Venezia nel 1966, esattamente 40 anni fa, e per quasi 30 vietato nelle sale cinematografiche francesi? Perchè è stata la principale ispirazione per il film, tratto del romanzo omonimo di Francis Zamponi. “E´ stato lui l´inizio di tutto, un film che parla di cose che noi riteniamo attualissime”, ha ribadito Herbiet.
Un film che rimanda all´attualità utilizzando temi del passato, perché, ha ricordato Michelle Ray-Gavras, “tratta le guerre di liberazione in senso ampio, dall´Algeria all´Iraq, ma non abbiamo fatto il film per denunciare la situazione attuale”. Costa-Gavras ha precisato: “Chiaramente, l´atteggiamento degli Stati Uniti verso l´occupazione di un paese lontano, in questo caso l’Iraq, l´idea di una guerra giustificabile e l´utilizzo della tortura, così esattamente uguali a quelle dei francesi nella guerra di Algeria, può far sembrare che abbiamo fatto un film contro l´amministrazione Bush ma quando abbiamo cominciato a lavorare, sette anni fa, non sapevamo che queste cose sarebbero successe. La nostra è una denuncia più ampia”.
Come i film di Costa-Gavras hanno spesso mostrato e lui stesso ha spiegato oggi, “il cinema è innanzitutto uno spettacolo che ti fa ridere e piangere, non può cambiare il mondo, ma deve svegliare le coscienze”.