Una delle sezioni principali, emblematica dello spirito della Festa del Cinema di Roma, è quella dedicata al lavoro dell’attore, un omaggio ai protagonisti dell’arte della recitazione fatto di proiezioni, incontri, workshop e rassegne. In questa prima edizione di Cinema – Festa Internazionale di Roma, come è noto, ad essere premiato con l’Acting Award sarà Sean Connery, star che ha fatto dello charme e dell’eleganza una cifra caratteristica della sua carriera.
Un riconoscimento per un uomo colto e raffinato, fiero delle proprie origini e della propria vita. Connery riceverà il premio il 13 ottobre nella Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica, mentre una retrospettiva di quattordici film scelti dall’attore insieme allo staff artistico della Festa diretto da Mario Sesti, verrà presentata per celebrare il grande interprete scozzese. Quattordici pellicole selezionate secondo il valore e l’incidenza che hanno avuto nella vita artistica di Sir Sean. Obiettivo puntato sull’agente 007 James Bond, presente con Agente 007, dalla Russia con amore (1963) – il film che ha consacrato la sua icona – e Mai dire mai (1983), con il quale tornò a vestirne i panni dopo dodici anni (la sua ultima interpretazione dell’agente britannico era stata in Una cascata di diamanti, 1971).
Ma a dimostrazione delle sue capacità e dell’intelligenza nella scelta dei ruoli, saranno presentati lavori che ne hanno esaltato l’eclettismo e la bravura. A partire da alcune grandi opere di autori come Alfred Hitchcock (l’inquietante Marnie, 1964), Sidney Lumet (il drammatico war movie La collina del disonore, 1965), John Milius (l’affascinante misto di amore, politica e avventura che caratterizza Il vento e il leone, 1975), John Huston (l’affresco esotico tratto da Rudyard Kipling di L’Uomo che Volle Farsi Re, 1975) e Fred Zinnemann (l’intensa storia d’amore di Cinque giorni un’estate, 1982).
Collaborazioni che hanno poi portato Sean Connery a mettere in scena ruoli diversi, come l’indomito sabotatore Jack Kehoe in I Cospiratori (1970), il rivoluzionario Zed nella sci-fi story di John Boorman Zardoz (1974) e Agamennone nell’incredibile viaggio temporale creato da Terry Gilliam in I banditi del tempo (1981).
E ancora, ha fatto rivivere il mito di un anziano e ironico Robin Hood in Robin e Marian (1976), si è confrontato con la spy story (La casa Russia, 1990) e l’action movie (Caccia a Ottobre Rosso, 1990), mentre nelle prove più recenti ha arricchito ulteriormente la sua galleria di personaggi, come nel caso di Scoprendo Forrester (2000) di Gus Van Sant, in cui si è cimentato anche come produttore e ha scelto personalmente l’attore protagonista (Robert Brown) e le location (tra New York e Toronto).