Arrivano in fretta, si riuniscono intorno a un tavolo dove firmano il foglio delle presenze e ritirano il biglietto di accesso alle proiezioni, si salutano, parlano e scelgono i posti. L’accesso alla saletta segreta nella quale si riuniscono è vigilato dalla security e pochi sono riusciti a vederli fino ad oggi. Hanno pass color senape. Difficile vederli in giro all’Auditorium, ne hanno stampati solo cinquanta. Quelli dei cinquanta giurati popolari del concorso Cinema 2006 guidati da Ettore Scola. Ad aiutare i giurati due assistenti dell’Auditorium, mentre a dirigerli nel difficoltoso compito di decretare il vincitore è naturalmente Scola, Presidente di giuria, e i suoi due assistenti Angela Prudenzi, giornalista cinematografica e Flavio De Bernardinis, docente di filmologia presso l´Università La Sapienza di Roma. Dopo aver visionato un gruppo di cinque film i 50 si riuniscono per discuterne. La riunione di oggi è durata ben due ore. I loro impegni si intensificheranno nei prossimi giorni fino alla decisione finale. Ma nessuno sente il peso della stanchezza, l’idea di essere qui e di vivere la Festa da protagonisti vince su tutto. A prova di questo entusiasmo, la partecipazione di una giurata che nonostante una rottura del malleolo, ha voluto comunque, anche se su una sedia a rotelle, rimanere nel gruppo. “Discutiamo dei film visti con piacere – racconta De Bernardinis – il gruppo è molto affiatato e riesce a mantenersi unito anche di fronte alle inevitabili differenze di giudizio e di opinione”.
Così un giovane giurato: “L’esperienza è stata positiva, costruttiva. I miei colleghi sono molto diversi, come in tutti i gruppi ho legato più con alcuni ma l’aspetto vincente sta nell’assenza di esperti, sebbene fra noi ci sia qualcuno più competente di altri. L’unico comune denominatore fra noi è la passione e questo ci permette di decidere e confrontarci senza tensioni”.
“Sicuramente un’esperienza positiva per la mia autostima – così una giurata di mezza età – non credevo che sarei stata scelta, non mi sentivo all’altezza di un compito così importante. Adoro il cinema che è l’arte di tutti, è per questo che durante le sedute non ci pestiamo i piedi ma accettiamo i giudizi degli altri in nome dell’amore per il cinema”.
Così un’altra giurata: “Siamo diversi, particolari, non elitari. Siamo la giuria popolare”. E cosa pensano di Scola? “Scola è il Presidente, Scola è presente. Scola è Scola”.
Sta per iniziare la proiezione delle cinque e tutti escono dalla saletta per mischiarsi fra la folla degli spettatori paganti. È questa la Festa del Cinema di Roma. Quella dei giurati che si lamentano per non aver avuto il tempo di vedere il red carpet di Monica Bellucci, perché impegnati nella visione di un film in concorso; che vorrebbero di più la luce dei riflettori, le interviste, le foto ma che per motivi di riservatezza non possono rilasciare. Che vivono come in un sogno e che pensano già con tristezza a quando la Festa finirà.