Primo film italiano presentato nel concorso Cinema 2006 della Festa di Roma L’aria salata di Alessandro Angelini ha ricevuto un discreto successo di critica. Nel film, Fabio, Giorgio Pasotti, è un giovane educatore che lavora al reinserimento dei detenuti nella società. In carcere conosce Sparti, Giorgio Colangeli. L´incontro con quest´uomo, costringe Fabio ad affrontare un passato familiare rimosso e a scontrarsi con la sorella Cristina, Michela Cescon. Angelini, Pasotti, la Cescon, Giorgio Colangeli e Katy Saunders, insieme allo sceneggiatore Angelo Carbone al compositore della colonna sonora Luca Tozzi e ai rappresentanti di RaiCinema e Bianca Film Carlo Macchitella e Donatella Botti, hanno descritto il progetto che ha portato alla creazione del film.
“Sentivo il bisogno di raccontare il rapporto tra questo padre e suo figlio – ha detto Angelici – valorizzando l’aspetto sociale della vicenda ed estremizzandone il carattere negativo in un processo che portasse dal rancore all’amore. La particolarità del film sta nell’ambientazione, in un carcere, di una vicenda di crisi familiare. L’aspetto sociale nasce anche dalla mia esperienza di volontario in un carcere. Il punto di vista è inusuale, non si indaga la psiche di un carcerato ma quella della sua famiglia che vive spezzata dal tentativo del protagonista, interpretato da Pasotti, di ricongiungersi con il padre e dalla volontà della figlia, la Cescon, di lasciarsi alle spalle un passato pesante. I due protagonisti, Pasotti e Cescon, si muovono in direzioni opposte: lui guarda al passato, mentre lei è proiettata nel futuro, è quasi madre e vuole costruirsi una famiglia tutta sua”.
“Il mio personaggio – racconta Pasotti – si trova ad affrontare una situazione che credeva aver superato, un ritorno ai traumi dell’infanzia. Vive dei sentimenti contrastati e deve fare da spola nel complicato rapporto tra padre e sorella. I conflitti interiori vissuti dal mio personaggio non gli consentono di vivere serenamente. Ho avuto molte difficoltà nel calarmi in questo ruolo, nessuno di noi ha potuto attingere nel proprio vissuto dato che fortunatamente non abbiamo vissuto esperienze così traumatiche”.
Così la Cescon: “L’arrivo del padre è un ritorno prepotente ad un passato che il mio personaggio non vuole rivivere. Ama il fratello come un’amante e per la prima volta soffre per non trovarsi più in sintonia con lui”.
Uno degli attori più apprezzatati è Giorgio Colangeli, il padre carcerato, che dice:”Mi sono documentato sulla vita nel carcere, sebbene la storia sia centrata tutta sugli umori che la mia famiglia vive fuori, spezzata dalla mia detenzione. Il mio personaggio è indurito, ha dimenticato i legami esterni e vuole rifarsi una vita, avere un figlio. L’ambientazione nel carcere estremizza il rapporto padre-figlio, fino all’inversione dei loro ruoli”.