Secondo film in concorso di Cinema2006 presentato oggi alla Festa del Cinema di Roma. Gli addetti ai lavori hanno assistito alla proiezione di Le voyage en Armènie di Robert Guédiguian. Il regista francese, cantore di vittime, deboli ed oppressi, prosegue nel suo viaggio introspettivo. Ma stavolta non è la Marsiglia in cui è nato e cresciuto ad essere protagonista (come in sue precedenti opere quali Marius e Jeannette, Á l’attaque e La ville est tranquille) bensì un percorso di conoscenza alla ricerca delle proprie radici. Barsam (interpretato da Marcel Bluwal) scopre di essere gravemente malato e corona il suo sogno di tornare nella terra natia, l’Armenia. Non prima di aver lasciato qualche insegnamento in eredità alla figlia Anna (Ariane Ascaride), che dopo questa esperienza si troverà cambiata.
Guédiguian non rinuncia però alla sua vena polemica e impegnata. “Non sono le leggi che fanno la realtà ma i dati incontestabili che fanno le leggi”, ha dichiarato il regista in merito all’approvazione in Francia della legge che ha reso reato la negazione del genocidio armeno. “Il genocidio armeno è una realtà storica, solo che ci sono ancora persone che negano i fatti. È importante allora che ci siano leggi a sancirli. Sono assolutamente d’accordo con il parlamento francese. Credo che le diaspore dei popoli siano da studiare da vicino per capire il problema dell’identità, quella sognata e quella reale”.
Guédiguian non rinuncia però alla sua vena polemica e impegnata. “Non sono le leggi che fanno la realtà ma i dati incontestabili che fanno le leggi”, ha dichiarato il regista in merito all’approvazione in Francia della legge che ha reso reato la negazione del genocidio armeno. “Il genocidio armeno è una realtà storica, solo che ci sono ancora persone che negano i fatti. È importante allora che ci siano leggi a sancirli. Sono assolutamente d’accordo con il parlamento francese. Credo che le diaspore dei popoli siano da studiare da vicino per capire il problema dell’identità, quella sognata e quella reale”.