Una scena di Alice non abita più qui come omaggio anche a Ellen Burstyn, presente in sala, quella di Taxi Driver con De Niro che si prepara alla sparatoria, quella in cui Quei bravi ragazzi preparano da mangiare nella cella, la sconfitta subita da Jack Lamotta in Toro scatenato, e ancora quella in cui Leonardo DiCaprio precipita con l’aereo in The Aviator e, per concludere, una scena di C’era una volta il west di Sergio Leone, primo film ad essere restaurato dalla Festa del Cinema insieme con la Film Foundation, organizzazione no profit degli Stati Uniti che si occupa di restauro di film, fondata da Scorsese ed altri registi. Così si è aperto l’incontro con il pubblico di Martin Scorsese nella Sala Sinopoli dell’Auditorium, coordinato da Mario Sesti. “È un lavoro molto importante conservare film per i giovani, affinché possano vederli” ha detto il regista. L’impegno di Scorsese per il restauro e la conservazione è nato negli anni Settanta. “Lo spunto è nato dalla rabbia e le frustrazione che avevamo, io ed altri registi, per l’impossibilità di reperire pellicole come Il gattopardo e C’era una volta il west già in quegli anni, così mi venne il desiderio di trovarle e conservarle. Quando fondammo la Film Foundation, nel 1990, mi suggerirono di andare agli studios hollywoodiani per parlarne. Fortuna che in quel periodo mi davano retta sulla scia di Quei bravi ragazzi che era piaciuto a tutti. La prima a rispondere fu la Columbia Pictures, poi negli anni a seguire si sono unite anche le altre. Le condizioni erano che i restauri si facessero negli archivi, mentre adesso sono gli stessi studios ad effettuarli. Abbiamo restaurato film come Lawrence D’Arabia, Spartacus, anche se Kubrick avrebbe preferito 2001: Odissea nello spazio e abbiamo in programma di restaurare Scarpette rosse”. Tra gli altri film “salvati” dalla Film Foundation, Of Mice and Men di Lewis Milestone, la cui copia restaurata è stata presentata in Sala Sinopoli alle 18 in anteprima mondiale. Una ricerca sollecitata da Martin Scorsese ha rivelato che il film originariamente era stato realizzato in color seppia, rispecchiando il setting rurale della storia scritta da John Steinbeck, da cui il film è tratto, mentre in giro si trovavano solo copie in bianco e nero. Questa nuova versione restituisce il film alla visione originale del regista.
A conclusione dell’incontro, poi, è stata consegnata a Scorsese la copia restaurata di Un maledetto imbroglio di Pietro Germi, che il regista aveva visto a New York e dalla quale era stato molto colpito. Poi, di nuovo tutti in piedi a salutare il regista, compresi Abel Ferrara, Dante Ferretti e Martin Landau.